Domenica
abbiamo iniziato la lezione con Barba Nevosi, giornalista professionista. Avendo
analizzato i blog di moda il giorno prima, Barbara ci ha assegnato la stesura
di un articolo che parlasse proprio di loro, naturalmente con un taglio giornalistico,
quindi facendo un’analisi socio- economica, l’impatto che hanno avuto del mondo
del fashion system e cercare di dare una motivazione al loro grande successo. In
particolar modo ci ha chiesto di nominare tre blog e blogger, differenti tra
loro, ma di grande considerazione: The
Sartorialist di Scott Schuman, Garance Dorè e The Blond Salade di Chiara Ferragni. Fortunatamente trovare la
fonte attendibile è stato molto semplice, è stata proprio Barbara stessa a
fornirci tutti i dati utili per scrivere il pezzo. Spiegare il motivo per cui
queste persone raggiungano cifre astronomiche di visitatori al giorno e facile
e difficile allo stesso tempo. Sicuramente hanno avuto l'idea di creare
qualcosa di nuovo, che mancava, settoriale e che copre alcune particolari fasce
di mercato, con un lavoro dietro particolarmente impegnativo (ma và!). Inoltre i
“fashion blogger” raccontano la moda secondo un punto di vista nuovo,
innovativo, tramite loro la moda sembra accessibile a tutti, come realmente è. Descrivono
l’abbigliarsi della vita quotidiana, quella che appartiene a tutti e con cui si
ha necessariamente a che fare prima di uscire da casa, quindi particolarmente
concreta. Facile identificarsi con questi personaggi. Partendo da questa
filosofia sono arrivati a straordinari successi, economici e di
"fama".
Nella
seconda metà della mattinata Elisabetta Bonucci è tornata a farci lezione di
tecniche e scrittura giornalistica. Questa volta abbiamo parlato della “leggibilità
di un pezzo”. Il linguaggio utilizzato per scrivere un articolo dev’essere
molto semplice, di facile comprensione. Bisogna sempre tenere presente che
alcuni termini particolarmente specifici possono essere molto noti per alcuni
persone, ma non per altre, quindi sarebbe meglio far seguire il significato. Importanti
anche i periodi: non troppo lunghi e con poche subordinate. Altra peculiarità i
capoversi, molto utili per facilitare la lettura dell’articolo.
Nel
pomeriggio, Violante Valdettaro dell’ufficio stampa di Valentino, ha concluso
il discorso sull’ufficio stampa di moda. Il giorno precedente abbiamo
analizzato l’organizzazione degli eventi, le pubbliche relazioni, le campagne
pubblicitarie, i comunicati stampa e la scelta dei testimonial. Mentre domenica
abbiamo parlato delle sponsorizzazioni, che possono avere un’importante ritorno
di immagine per l’azienda, ma visto che non è immediata vanno valutate con
attenzione. L’ attenzione va riposta anche per le interviste, gestite dall’ufficio
stampa, il contenuto dev’essere pertinente all’argomento. Ciò che mi ha più
incuriosito sono i servizi redazionali, cioè i capi richiesti dai vari giornali
per i servizi di moda. È all’ufficio stampa che va fatta richiesta e sarà quest’ultimo
a organizzare il trasporto. Semplice? Assolutamente no! I capi desiderati
spesso sono gli stessi, nello stesso periodo, da parte di tutto il mondo: da Londra
a New York, da Tokyo a Madrid. Quindi bisogna sperare che gli abiti arrivino in
tempo, e in buone condizioni, per lo shooting
fotografico richiesto, caratteristica molto importante per una casa di moda. Nel
caso di Valentino poi, tutto questo viene gestito dalla sede principale degli
uffici stampa di tutto il mondo, quella romana, dove è presente l’archivio
storico della maison. Un patrimonio costituito da abiti, accessori, foto,
articoli di giornale, tessuti..insomma tutti ciò che riguarda Valentino dall’apertura
del primissimo atelier, nel lontano 1959.
Eccoci
finalmente arrivare all’argomento sfilata, che ha preso buona parte della
lezione. L’organizzazione di una sfilata era un argomento che avevamo già
trattato (questo il post), ma una sfilata di Valentino è una sfilata di
Valentino!! Da tanti ormai sfilano solo a Parigi, il che comporta dei problemi
logistici da non sottovalutare. Primo punto è il budget, stabilito questo si può
pensare a tutto il resto. Innanzitutto la location, che oltre alla passerella e
alla capienza per degli ospiti, deve avere necessariamente una parte dedicata
al beauty, hair e make up, al guardaroba, agli accessori e dev’essere abbastanza
grande per poter garantire un buona preparazione a tutti gli addetti. Importante
la riunione con lo stilista, nella quale si decide il tema dell’intera sfilata,
che fa partire gli allestimenti, la musica e gli inviti di conseguenza. Violante
ci ha portato il progetto delle sale di alcune sfilate e i relativi inviti. Qui
la fantasia non ha mai fine: per una sfilata uomo del 2006 il tema era l’aeroporto;
quindi location adibita in questo senso e invito su un biglietto aereo; per una
collezione composta principalmente da abiti con strati di chiffon anche l’invito
si proponeva con vari strati di velina; quella volta invece che l’oro era il
colore principale anche gli inviti erano gold. L’ufficio stampa si occupa anche
del put togheter, cioè mettere
insieme i vari capi con tanto di accessori e scelta del hair e make up, che
naturalmente va decisa prima della sfilata. Dopo averci spiegato tutti questi
punti Violante ci ha mostrato una sfilata e vederla dopo aver saputo con
esattezza il lavoro che c’è stato dietro è stata estremamente utile, nessun
particolare viene lasciato al caso, tutto è studiato. Finita la sfilata non c’è
tempo per rilassarsi, è il momento delle varie interviste, buyers..Insomma
lavorare in un ufficio stampa è una gran bella fatica, ci si riposa pochissimo e
richiede una resistenza all’impegno da non sottovalutare, ma che soddisfazione
alla fine di ogni progetto! Dopo la lezione con Violante, sono sempre più
orientata verso questo campo!
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