Docenti speciali, lunedì, al master in
comunicazione e giornalismo di moda: Stefano Dominella, amministratore delegato
Gattinoni, e Edoardo De Giorgio capo ufficio stampa della maison. Stefano
Dominella è un professionista del settore che conosce molto bene l'industria
della moda e tutte le sue strutture, la lezione è iniziata, infatti, chiarendo
quali siano gli organi più importanti. Primo fra tutti La Camera Nazionale
della Moda Italiana, un'associazione privata di categoria, con un presidente e
consiglio direttivo, che si occupa dell'organizzazione e della gestione delle
manifestazioni Milano Moda Donna e Milano Moda Uomo. Una dei compiti più
complicati della Camera della Moda è sicuramente stabilire il calendario degli
eventi, visto che durante la settimana della moda arrivano a Milano migliaia di
buyers e giornalisti italiani e stranieri, ci sono centinaia di show-room
aperti, più di cento sfilate e cinquecento case di moda organizzano le presentazioni.
Da Milano passiamo a Firenze che vede come protagonista principale Palazzo
Pitti, un'associazione metà pubblica e metà privata, considerata la più grande
fiera internazionale in fatto di moda maschile. Pitti inoltre è molto
importante anche per quanto riguarda la fiera della casa, la filiera e le manifestazioni
sulla moda bambini. Più a sud troviamo Roma con Alta Moda, un'agenzia
istituzionale, con Presidente, direttore generale e consiglio esecutivo. Alta
Moda Roma nasce con l’obiettivo di sostenere l'haute couture italiana e dare spazio a giovani creativi, infatti
ogni anno in collaborazione con Vogue Italia, indice un concorso: "Who's
on the next?" per stilisti emergenti. La manifestazione romana punta molto
sulla qualità dei tessuti e la raffinatezza dello stile. Altro organo
importante è il SMI, Settore Moda Italia, un'associazione che fa capo alla
Confindustria, costituisce un ponte tra la moda e il governo e promuove la moda
italiana all'estero. Stefano Dominella ha sottolineato, numeri alla mano,
quanto questo settore sia importante per l'economia italiana, coloro che vi
lavorano sono migliaia di persone, specialmente giovani e donne. Dopo un
discorso generale sul fashion system, ci ha presentato la maison Gattinoni,
griffe nata nel 1946 dalla volontà di Fernanda Gattinoni, subito apprezzata
dalla Dive degli anni '50.
Gattinoni continua ad essere tutt'oggi un punto di riferimento importante per l'Alta Moda italiana, grazie anche al grande talento del suo direttore creativo Gulliermo Mariotto. Vedere con Dominella l'ultima sfilata della maison è stato molto utile per capire al meglio la filosofia della casa di moda: si parte da un'idea con una forte valenza culturale e poi si sviluppano gli abiti e la ricerca dei tessuti, sempre molto preziosi. L'allestimento della sfilata riprende il concetto base della collezione. L'evento diventa uno spettacolo dove i protagonisti sono i capi che raccontano una storia: il messaggio della presentazione.
Gattinoni continua ad essere tutt'oggi un punto di riferimento importante per l'Alta Moda italiana, grazie anche al grande talento del suo direttore creativo Gulliermo Mariotto. Vedere con Dominella l'ultima sfilata della maison è stato molto utile per capire al meglio la filosofia della casa di moda: si parte da un'idea con una forte valenza culturale e poi si sviluppano gli abiti e la ricerca dei tessuti, sempre molto preziosi. L'allestimento della sfilata riprende il concetto base della collezione. L'evento diventa uno spettacolo dove i protagonisti sono i capi che raccontano una storia: il messaggio della presentazione.
Nella seconda metà della giornata abbiamo
incontrato Edoardo De Giorgio, capo ufficio stampa Gattinoni, che ci ha
raccontato com'è stata organizzata la mostra "Fernanda Gattinoni. Moda e
stelle ai tempi della Hollywood sul Tevere". Una mostra di abiti firmati
Gattinoni, indossati da cinque dive, nel periodo della "dolce vita
romana": Audry Hepburn, Kim Novak, Lara Tumer, Ingrid Bergman e Anna Magnani.
Edoardo ci ha mostrato alcuni filmati, fatti in occasione dell'evento, che
ripercorrevano la storia della griffe, con immagini e foto d'epoca, interviste
alla signora Fernanda, gli interventi di Stefano Dominella (nonché organizzatore
della mostra insieme a Sofia Gnoli, curatrice). La visione di questo materiale
ci ha permesso di conoscere dettagliatamente la storia della maison. Per
realizzare un evento di questa valenza la prima cosa da stabilire è il budget,
dopo di che è possibile fare tutte le scelte di organizzazione e comunicazione.
Edoardo ha sottolineato quanto la scelta degli abiti sia stata difficile,
avendo a disposizione un grande numero di capi, selezionare quelli più adatti
per la mostra è stato un lavoro lungo durato un anno, alla fine del quale era
necessario “rimodernizzarne” alcuni, correggendo qualche piccolo difetto che si
è creato nel corso degli anni (pensate che la maggior parte delle volte è stato
usato lo stesso materiale che ha composto l’abito, per esempio pizzi, merletti
o perle, che risiedono nel grande archivio della maison). Una lunga spiegazione
è stata dedicata alla comunicazione utilizzata per pubblicizzare l’evento: mini
cataloghi, interviste esclusive, comunicati stampa e utilizzo dei social
network. Nonché la preparazione degli inviti, grafica e messaggio, e a chi
effettivamente mandarli. Edoardo ci ha raccontato tecnicamente tutti i passaggi
che si seguono. Una manifestazione di questa portata, che comporta il trasporto
di abiti unici e quindi preziosi, comporta necessariamente un’assicurazione
verso gli stessi, voce che bisogna assolutamente non tralasciare. Ripeto, tutto
questo dev’essere organizzato tenendo sempre in considerazione il budget
disponibile. Altro elemento da non sottovalutare è l’allestimento della sala
che deve sposarsi con il mood della mostra, infatti l’architetto è stato
a stretto contatto con gli organizzatori per svolgere il lavoro al meglio. Edoardo
è stato molto gentile a rispondere ad ogni nostra domanda e curiosità, andando
anche un po’ al di fuori della mostra e parlando dell’organizzazione degli
eventi a livello generale.
Io non ho visitato questa mostra ma, vedendo e analizzando
tutto il materiale, si percepisce la particolare emozione che ha suscitato: l’idea
che quegli stessi abiti siano stati indossati da grandi dive del passato, che
inevitabilmente li hanno fatti loro, mi mette ancora i brividi.
Molto interessante! Ma c'è ancora questa mostra a Roma? Mi piacerebbe molto vederla!
RispondiEliminano purtroppo non c'è più :(
EliminaHo notato che la camera nazionale della moda italiana ha curato anche la pubblicazione del dizionario della moda di cui hai parlato vero?
RispondiEliminaE' tutto molto interessante davvero!
Brava continua a studiare sarai un ottima giornalista!
esatto! giusta osservazione! grazie!
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