La quarta lezione del master in comunicazione e
giornalismo di moda è stata decisamente più pratica del giorno precedente.
Nella mattina, Fabiana Romano, la nostra docente, ha concluso il discorso sulla
moda "fast" di Zara e ha analizzato le differenze tra quest'ultimo e
H&M. Al contrario del marchio spagnolo, la "moda easy" della
Svezia, punta buona parte del fatturato in pubblicità e comunicazione ( già
dalla primissima campagna per lanciare l'azienda sul mercato internazionale si
era scelta Madonna). H&M, inoltre, punta ad un target più giovanile, con
prezzi e varietà (ma specialmente qualità) dei capi che soddisfano le esigenze
delle nuovissime generazioni. Altra caratteristica del brand sono le collaborazioni
con le maison di lusso, tra cui Sonia Rykiel, Marni, Lanvin, Versace, un tentativo
di democratizzazione del lusso che ha permesso a tutti questi marchi di farsi
conoscere dal grande pubblico. Queste partnership hanno costituito un forte
aumento delle vendite, e già si attendono le prossime.
Dopo di che è arrivato
il nostro turno, divise in coppie dovevamo ideare un prodotto (di moda ovviamente),
con tanto di nome e logo, definire il mercato di riferimento, il target, il
prezzo, nonchè decidere come strutturare la campagna pubblicitaria, i mezzi da
utilizzare e naturalmente i vari comunicati stampa di prodotto, evento e
istituzionale. Fare tutto questo in due ore non è stato certo una passeggiata!
Fortunatamente Roberta, la mia compagna, ha avuto un'idea geniale, partendo da
questa abbiamo costruito tutto il resto. Mettendo insieme le nostre idee, i
nostri dubbi, facendo varie modifiche e con il supporto continuo di Fabiana,
siamo riuscite a concludere in tempo il lavoro, e devo dire che la cosa mi ha
in un certo senso divertito. Visto che fondamentalmente si trattava di un
lavoro di fantasia potevamo spaziare, senza troppi problemi di tempo, spazio e
risorse, anche se l'idea di base doveva essere qualcosa di concretamente
realizzabile (quindi non tute per i marziani). Tutte le coppie hanno presentato
alla classe il loro lavoro, e l'idea di Roberta è piaciuta alle nostre compagne
(uso il femminile perchè si trattava di un prodotto indirizzato alle donne).
Un'ora di pausa, per il pranzo, ci voleva proprio! Il pomeriggio ha visto come
protagonisti gli stessi docenti del giorno precedente, Luigi Borbone e RominaToscano. Durante la prima parte della lezione abbiamo concluso il discorso,
rimasto in sospeso ieri, sull'organizzazione di una sfilata di moda. Cosa
importante è definire il mood della sfilata, ciò che si vuole
trasmettere coerentemente con il messaggio della collezione, al quale devono
poi attenersi make-up artist, hair style e l’atteggiamento delle modelle.
Durante questa giornata abbiamo affrontato le parti più tecniche, dalla
sistemazione delle sedute, all'assegnazione dei posti, all'allestimento della
sala, alla passerella e come accogliere gli ospiti. Il lavoro di squadra è
fondamentale per fare in modo che tutto si svolga al meglio, in modo da
affrontare piccoli, ma grandi, problemi che sicuramente salteranno fuori.
Finita la spiegazione toccava a noi, ancora divise in gruppi da tre, dovevamo
organizzare una sflilata per un noto stilista, decidendo tutto, seguendo
naturalmente le linee guida appena elencate. Stavolta la fantasia andava
utilizzata con moderazione, perchè bisognava assolutamente rispettare le
caratteristiche dello stilista, ciò che sicuramente eviterebbe, e naturalmente
la location con tanto di luogo stabilito (ad. esempio Armani Privè sfila a
Parigi, Alexander Mc Queen pure, Alberta Ferretti a Milano). I gruppi di lavoro
non sono stati formati a caso, ognuno aveva un compito ben preciso di
organizzazione della sfilata, Uffucio Stampa e comunicazione. Il tempo a
disposazione era limitato, e dopo aver deciso gli aspetti base tutte insieme,
in particolare per quanto riguardava la parte creativa, all'interno del mio
gruppo ci siamo divise i compiti (prova che il vero lavoro di squadra è
funzionale): chi si occupava degli aspetti tecnici organizzativi, chi dei
comunicati stampa. La tempistica limitata non ci ha permesso di concludere il lavoro
esattamente come avremmo voluto, però l'"abbiamo portato a casa".
Ancora una volta provare concretamente a realizzare un progetto è stato
estremamente utile, mi ha permesso di capire con esattezza le problematiche a
cui bisogna pensare e che necessariamente vanno risolte, nonchè comprendere
come si organizza una sfilata nel dettaglio. La parte più complessa è stata
decidere il mood della sfilata, elemento chiave su cui poi si basa tutto
il resto. Per definirlo bisogna tenere in considerazione l'anima dello
stilista, le sue caratteristiche principali e, in particolar modo, il suo
stile. Questo lavoro è stato molto importante
anche per conoscere al meglio, e più profondamente, i designer di Alta
Moda. La sfilata costituisce da sempre il mezzo principale di comunicazione per
una maison, quindi non potrà mai essere strutturata in modo che non rispecchi
lo spirito dello stilista. Su quest'ultima verra attuata di volta in volta una
ricerca di innovazione, rispetto alla precedente, ma sarà comunque in linea con
la sua anima, esattamente come la sua collezione. Tutte le correzioni, i
suggerimenti e i consigli di Luigi e Romina sono stati preziosi per riuscire a “leggere”
i designer sotto questo punto di vista, mai fatto prima, cogliendo certe
particolarità. La lezione mi ha insengato quanto la moda sia "altro",
non è avere l'ultima borsa, non è conoscere l'ultima scarpa. E' tutto ciò che
c'è dietro. Ed è proprio il "back-stage" di cui vorrei far parte. E
chissà, magari inziando proprio con Luigi.
certo!, Sicuramente ce la farai......... continua così sei fortissima!!!
RispondiEliminaKiss Kiss
grazie! grazie mille!!
Eliminawow!!! è un'esperienza unica... tanti auguri! in bocca al lupo!
RispondiEliminaun bacione!
grazie mille!!! crepiiiii!! :))
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