
La
mia passione per la moda inizia molto superficialmente, quando uscivo, gli
occhi mi cadevano su una certa maglia, piuttosto che su un paio di scarpe o una
borsa. Questo interesse, a lungo andare, mi ha portato a scegliere alcune
riviste specializzate nel settore. Tramite la lettura di questi giornali mi
sono resa conto che la moda non è per niente un mondo frivolo e superficiale,
anzi. È qualcosa che va ben oltre conoscere l’ultima borsa di un certo
stilista. I professionisti del settore, i designer prima di tutto, ma anche i giornalisti
specializzati, gli adetti stampa, i direttori creativi, fotografi, stylist, le
agenzie di comunicazione..insomma tutti coloro che lavorano nel “back-stage”
della moda, svolgono un’attività estremamente impegnativa, basata su una
grandissima ricerca di contenuti e ideologie. Non si arriva in questo settore
per caso, ma è frutto di un grande impegno, sacrificio e la fondamentale
necessità di soddisfare le esigenze della popolazione “nel vestire”. Non
dimentichiamo che il settore moda, è la seconda voce dell’economia italiana. Io
sono assolutamente convinta che i designer, attraverso le proprie collezione,
facciano arte, esprimono un potenziale artistico. Ma al contrario di un’opera,
un vestito dev’essere indossato e “portato”. Coniugare la creatività alla
praticità, trovo che sia qualcosa di geniale. Caratteristica principale, quindi,
diventa tutta la ricerca che porta alla creazione di una determinato campo,
tenendo sempre in considerazione il mercato e i suoi andamenti. Perché
stabilita l’arte della moda, poi bisogna venderla. Questa scoperta mi ha aperto
un mondo: quello del fashion system. E visto che da cosa nasce cosa, la
volontà, ma più che altro necessità di capire quanto più possibile di questo
ambiente, di studiarlo, per poi farne, un giorno, parte. Così è nata la
decisione di iscrivermi ad un master di formazione per imparare e avere una
base più solida delle riviste e, in contemporanea, l’apertura di un blog per
condividere le mie esperienze nel campo, da quelle più superficiali (che
costituiscono il mio inizio) a quelle più di contenuto .