martedì 17 luglio 2012

SIXTEENTH LESSON


Lunedì si è svolta la sedicesima lezione del master. Come insegnante è tornata Barbara Nevosi, giovane giornalista della carta stampata. Barbara ci ha spiegato un argomento che in apparenza può sembrare semplice ma in realtà non lo è per niente: le interviste. La mole di lavoro richiesta per realizzarne una non è sicuramente inferiore a quella per scrivere un articolo. Prima di tutto bisogna arrivare al giorno fissato ben preparati sul personaggio da intervistare, facendo una buona ricerca sul suo passato, le sue esperienze lavorative. Se si intervista il rappresentante di un’azienda (anche di moda) è necessario informarsi anche sul fatturato. Altro elemento fondamentale è stabilire esattamente cosa si vuol tirare fuori dal personaggio, che notizie far emergere. Non va dimenticato che nelle interviste il giornalista è, più che mai, un tramite tra la persona e i lettori, quindi bisogna formulare domande interessanti, non banali, che stuzzichino la curiosità dei lettori. Anche l’atteggiamento è importante, bisogna trovare la giusta sintonia, mettersi nei panni dell’intervistato e cercare il più possibile di far emergere il carisma che trasmette dal contatto diretto. Un insegnamento interessamente che è stato fatto a Barbara, e che lei poi ha passato a noi, è che “non ci sono mai domande che non si possono fare, ma solo risposte che non si possono dare”, peculiarità che ricorderò. Come negli articoli, anche nelle interviste l’attacco è molto importante, deve essere forte, brioso, ma conciso e non deve svelare troppo gli argomenti principali dell’intervista. Come ogni lezione, dopo la teoria si è passati alla pratica.
Barbara ci ha mostrato alcune scene del film “Valentino: the last emperior” di Matt Tyrnauer, celebre film sulla vita privata e professionale del couturier, il nostro compito consisteva nel recepire prima di tutto l’atmosfera che si avverte stando a contatto con lo stilista, ed estrapolare delle domande che ipoteticamente faremo a Valentino, su qualsiasi argomento. La difficoltà consisteva nel trovare domande non ordinarie, nuove che magari nessuno ha mai chiesto e trovare quell’ingrediente che potesse rendere l’intervista originale. In alcuni caso le interviste “si fanno da sole”, come ha sottolineato Barbara, specialmente quando il personaggio è stimolante, in altri casi spetta alla bravura del giornaliste renderla tale.
Dopo Barbara Nevosi, abbiamo rivisto un altro insegnante: Stefano Dominella, presidente della maison Gattinoni. Il signor Dominella ha voluto prima di tutto leggere i lavori che ci aveva richiesto: la cartella stampa sulla collezione primavera- estate 2013  di Gattinoni (avevamo visto con lui l’intero video sulla sfilata), un comunicato stampa sul “Monti Dress”, l’abito manifesto della collezione, un articolo sulla sfilata (seguendo lo stile di un noto quotidiano) e un articolo su almeno un incontro dei quattro che si sono svolti all’Auditorium Parco della Musica di Roma, tra note giornaliste del settore e i direttori creativi di quattro maison italiane (l’evento si chiamava “La moda è di moda”). Dopo alcune correzioni e suggerimenti, siamo passato ad un altro argomento. Il Presidente di Gattinoni ci ha parlato della mostra inaugurata il 7 luglio al Mercato Traiano di Roma, tutta dedicata a Bianca Balti, top model italiana riconosciuta a livello internazionale. Il signor Dominella ci ha mostrato parecchio materiale sull’evento: la rassegna stampa, comunicati stampa, un video introduttivo, il catalogo curato da llui stesso, e specialmente il motivo per cui si è scelto di fare una mostra su un personaggio esistente e all’apice del successo. Bianca Balti è sicuramente una modella atipica nel panorama italiano, non incarna fisicamente la top model per eccellenza ma trasmette una certa personalità e carisma che è impossibile non notare. Inoltre Bianca rappresenta quello che è la moda, o meglio la comunicazione della moda adesso: eclettica. Non ci sono solo le sfilate, ma servizi fotografici, spot televisivi, cortometraggi. Bianca è perfetta in qualsiasi parte, pur preservando molta umiltà e senza mai sottovalutare la sua intelligenza. Anche per questo evento ci è stato richiesto di scrivere un articolo sulla mostra e un altro articolo sul personaggio di Bianca, con riferimento alle storiche modelle italiane e specialmente il percorso della maniquin nel nostro paese per antonomasia. In teoria gli incontri con Stefano Dominella dovevano concludersi con oggi, ma non è esclusa l’ipotesi di farne almeno un altro. Evidentemente siamo risultate interessanti al nostro docente. J

Biana Baltu for Dolce&Gabbana campaign

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