lunedì 7 maggio 2012

FOURTH LESSON



La quarta lezione del master in comunicazione e giornalismo di moda è stata decisamente più pratica del giorno precedente. Nella mattina, Fabiana Romano, la nostra docente, ha concluso il discorso sulla moda "fast" di Zara e ha analizzato le differenze tra quest'ultimo e H&M. Al contrario del marchio spagnolo, la "moda easy" della Svezia, punta buona parte del fatturato in pubblicità e comunicazione ( già dalla primissima campagna per lanciare l'azienda sul mercato internazionale si era scelta Madonna). H&M, inoltre, punta ad un target più giovanile, con prezzi e varietà (ma specialmente qualità) dei capi che soddisfano le esigenze delle nuovissime generazioni. Altra caratteristica del brand sono le collaborazioni con le maison di lusso, tra cui Sonia Rykiel, Marni, Lanvin, Versace, un tentativo di democratizzazione del lusso che ha permesso a tutti questi marchi di farsi conoscere dal grande pubblico. Queste partnership hanno costituito un forte aumento delle vendite, e già si attendono le prossime.
Dopo di che è arrivato il nostro turno, divise in coppie dovevamo ideare un prodotto (di moda ovviamente), con tanto di nome e logo, definire il mercato di riferimento, il target, il prezzo, nonchè decidere come strutturare la campagna pubblicitaria, i mezzi da utilizzare e naturalmente i vari comunicati stampa di prodotto, evento e istituzionale. Fare tutto questo in due ore non è stato certo una passeggiata! Fortunatamente Roberta, la mia compagna, ha avuto un'idea geniale, partendo da questa abbiamo costruito tutto il resto. Mettendo insieme le nostre idee, i nostri dubbi, facendo varie modifiche e con il supporto continuo di Fabiana, siamo riuscite a concludere in tempo il lavoro, e devo dire che la cosa mi ha in un certo senso divertito. Visto che fondamentalmente si trattava di un lavoro di fantasia potevamo spaziare, senza troppi problemi di tempo, spazio e risorse, anche se l'idea di base doveva essere qualcosa di concretamente realizzabile (quindi non tute per i marziani). Tutte le coppie hanno presentato alla classe il loro lavoro, e l'idea di Roberta è piaciuta alle nostre compagne (uso il femminile perchè si trattava di un prodotto indirizzato alle donne). Un'ora di pausa, per il pranzo, ci voleva proprio! Il pomeriggio ha visto come protagonisti gli stessi docenti del giorno precedente, Luigi Borbone e RominaToscano. Durante la prima parte della lezione abbiamo concluso il discorso, rimasto in sospeso ieri, sull'organizzazione di una sfilata di moda. Cosa importante è definire il mood della sfilata, ciò che si vuole trasmettere coerentemente con il messaggio della collezione, al quale devono poi attenersi make-up artist, hair style e l’atteggiamento delle modelle. Durante questa giornata abbiamo affrontato le parti più tecniche, dalla sistemazione delle sedute, all'assegnazione dei posti, all'allestimento della sala, alla passerella e come accogliere gli ospiti. Il lavoro di squadra è fondamentale per fare in modo che tutto si svolga al meglio, in modo da affrontare piccoli, ma grandi, problemi che sicuramente salteranno fuori. Finita la spiegazione toccava a noi, ancora divise in gruppi da tre, dovevamo organizzare una sflilata per un noto stilista, decidendo tutto, seguendo naturalmente le linee guida appena elencate. Stavolta la fantasia andava utilizzata con moderazione, perchè bisognava assolutamente rispettare le caratteristiche dello stilista, ciò che sicuramente eviterebbe, e naturalmente la location con tanto di luogo stabilito (ad. esempio Armani Privè sfila a Parigi, Alexander Mc Queen pure, Alberta Ferretti a Milano). I gruppi di lavoro non sono stati formati a caso, ognuno aveva un compito ben preciso di organizzazione della sfilata, Uffucio Stampa e comunicazione. Il tempo a disposazione era limitato, e dopo aver deciso gli aspetti base tutte insieme, in particolare per quanto riguardava la parte creativa, all'interno del mio gruppo ci siamo divise i compiti (prova che il vero lavoro di squadra è funzionale): chi si occupava degli aspetti tecnici organizzativi, chi dei comunicati stampa. La tempistica limitata non ci ha permesso di concludere il lavoro esattamente come avremmo voluto, però l'"abbiamo portato a casa". Ancora una volta provare concretamente a realizzare un progetto è stato estremamente utile, mi ha permesso di capire con esattezza le problematiche a cui bisogna pensare e che necessariamente vanno risolte, nonchè comprendere come si organizza una sfilata nel dettaglio. La parte più complessa è stata decidere il mood della sfilata, elemento chiave su cui poi si basa tutto il resto. Per definirlo bisogna tenere in considerazione l'anima dello stilista, le sue caratteristiche principali e, in particolar modo, il suo stile. Questo lavoro è stato molto importante  anche per conoscere al meglio, e più profondamente, i designer di Alta Moda. La sfilata costituisce da sempre il mezzo principale di comunicazione per una maison, quindi non potrà mai essere strutturata in modo che non rispecchi lo spirito dello stilista. Su quest'ultima verra attuata di volta in volta una ricerca di innovazione, rispetto alla precedente, ma sarà comunque in linea con la sua anima, esattamente come la sua collezione. Tutte le correzioni, i suggerimenti e i consigli di Luigi e Romina sono stati preziosi per riuscire a “leggere” i designer sotto questo punto di vista, mai fatto prima, cogliendo certe particolarità. La lezione mi ha insengato quanto la moda sia "altro", non è avere l'ultima borsa, non è conoscere l'ultima scarpa. E' tutto ciò che c'è dietro. Ed è proprio il "back-stage" di cui vorrei far parte. E chissà, magari inziando proprio con Luigi.

4 commenti:

  1. certo!, Sicuramente ce la farai......... continua così sei fortissima!!!
    Kiss Kiss

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  2. wow!!! è un'esperienza unica... tanti auguri! in bocca al lupo!
    un bacione!

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